L10

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Coordinamento Regionale
Libera per il Piemonte
verso le elezioni regionali 21-22 Marzo 2010

“La democrazia vive di buone leggi e di buoni costumi”
Norberto Bobbio

Un’Italia senza mafie è un’Italia che ha messo mano risolutamente alla questione del potere, della sua concezione e della sua gestione, soprattutto nella dimensione pubblica.
Libera contribuisce dal 1995 allo sforzo del nostro Paese contro le mafie. Libera vuole un’Italia capace di democrazia compiuta, capace cioè di sgombrare lo spazio pubblico dalle mafie e dalla loro cultura. Inevitabile quindi per noi entrare nel dibattito che porterà alle prossime elezioni regionali.
Lo facciamo forti di una rete piemontese di 1300 soci singoli, 30 Presidi, 7 Coordinamenti territoriali, oltre 130 associazioni aderenti.
Lo facciamo avendo lavorato per un anno coralmente, coinvolgendo tutti i territori del Piemonte.
Questo manifesto rappresenta il nostro percorso: è la nostra testimonianza di amore per il  Piemonte di fronte alla grave deriva della nostra democrazia, per spezzare il legame perverso mafia-politica e riaffermare con forza i valori della nostra Costituzione, delle leggi, dei simboli della nostra Repubblica e dell’Unità nazionale.
Questo manifesto rappresenta un programma di lavoro che durerà fino alla scadenza del mandato regionale.

“Il potere dei segni, non i segni del potere”
Tonino Bello

1. Chiediamo alle forze politiche di non candidare persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione. Chiediamo alle forze politiche di non assegnare alcun ruolo di dirigenza o di rappresentanza del partito a persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione.
Chiediamo alle forze politiche di non allearsi con chi abbia tra i propri rappresentanti, su tutto il territorio nazionale, persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione.

2. La legge regionale 14 del 2007 istituisce il 21 di Marzo come giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e destina risorse finanziarie all’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie: questa legge va rifinanziata adeguatamente, prevedendo una percentuale sul Bilancio regionale. Ogni bene confiscato che rinasce è una convincente lezione di educazione civica.

“Certo che voglio l’esercito in Sicilia: un esercito di insegnanti, perchè la mafia teme la cultura”
Giovanni Falcone

3. La scuola è chiamata oggi ad interpretare sfide culturali complesse, che attengono al futuro stesso della nostra democrazia. Chiediamo un piano regionale sulla edilizia scolastica (crf.: lex 23/96; lex. reg. 18/84) che renda le scuole efficienti, sicure, fruibili, investendo sulla realizzazione delle così dette “cittadelle degli studi” e sulla razionalizzazione del sistema dei controlli sulla sicurezza. La scuola è il più importante spazio pubblico nel quale si realizza la formazione dei giovani: deve rappresentare al meglio i valori che vogliamo tutelare. Non si può morire a scuola.

4. Chiediamo un piano regionale sulla formazione alla cittadinanza attiva e alla legalità democratica di tutti gli studenti piemontesi e, in particolare, sulla formazione delle rappresentanze studentesche.
La scuola è il primo spazio pubblico nel quale i giovani possono sperimentare la democrazia: organizzandosi, partecipando, eleggendo rappresentanze, dialogando con chi ha altri ruoli e responsabilità. Chiediamo che le forze politiche si impegnino a dare sostegno finanziario e logistico a queste esperienze, qualunque sia il quadro normativo nazionale in materia.

5. Chiediamo un piano regionale sulla formazione permanente dei docenti, qualificata e specificamente orientata all’acquisizione e all’aggiornamento degli strumenti culturali e tecnici necessari ad una proficua opera di educazione alla legalità.

“Noi sconfiggeremo la mafia, quando lo Stato darà come diritti ciò che i mafiosi danno come favori”
Carlo Alberto Dalla Chiesa

6. Chiediamo un piano regionale che punti alla salvaguardia dei piccoli Comuni, insostituibili presidi di partecipazione democratica diffusi sul territorio. Per questo in particolare chiediamo interventi che premino con maggiori contributi, quei Comuni che consorzieranno gli Uffici Tecnici e Amministrativi, con ciò garantendo che i responsabili degli stessi siano dipendenti pubblici qualificati. Chiediamo che a questo personale così individuato, sia destinata una formazione adeguata e permanente.

7. Chiediamo un piano regionale che punti ad aumentare la trasparenza e la sicurezza nel ciclo del contratto pubblico. Per questo chiediamo che si provveda attraverso opportuni protocolli con le Prefetture, ad integrare l’azione di controllo della Commissione Aggiudicatrice e del R.U.P. Questa integrazione dovrà innescarsi dopo l’assegnazione provvisoria e subordinerà l’assegnazione definitiva. Avrà ad oggetto anche la verifica della compagine sociale effettiva. Dovrà essere obbligatoria per appalti di valore economico superiore ad € 50.000.

“A molti può accadere di ritenere che ogni straniero è nemico…
Quando questo avviene, allora al termine della catena sta il lager”

Primo Levi

8. Chiediamo alle forze politiche di impegnarsi affinché sia abrogata la normativa che prevede il reato di clandestinità. Crediamo che il nostro Paese stia pericolosamente pervertendo il significato di “reato”: come può essere più grave scappare dalla miseria e meno grave causare miseria, frodando il fisco e truffando soci e clienti. Eppure chiamiamo “reato” il primo comportamento e abbiamo smesso di chiamare così il secondo. Chiediamo alle forze politiche di approvare il disegno di legge regionale in materia di immigrazione (d.l. “immigrazione” 22-05-09) e di renderlo esecutivo soprattutto nella parte in cui garantisce “Agli stranieri comunque presenti sul territorio regionale” i servizi fondamentali previsti dalla normativa vigente nell’ottica della parità di trattamento con i cittadini italiani. Auspichiamo che l’esecuzione della normativa sia sottoposta ad attento monitoraggio, per tutelare al massimo l’immigrato dagli interessi della criminalità organizzata.

9. Chiediamo alle forze politiche che venga istituito un Tavolo di co-progettazione stabile a livello regionale composto dai rappresentanti degli Organismi Internazionali, del Governo Italiano, delle Istituzioni locali con il fine di attuare e programmare “l’accoglienza decentrata” dei rifugiati, richiedenti asilo e beneficiari di altre forme di protezione e accoglienza.

10. Chiediamo alle forze politiche di impegnarsi a non finanziare le così dette “ronde dei cittadini”. Il presidio del territorio è naturalmente importante e da noi avvertito come responsabilità tesa a costruire legame sociale, inclusione, partecipazione. Ove per “presidio” invece si intenda il momento del controllo e della repressione, questo non può che essere svolto esclusivamente dalle Forze dell’Ordine, che troppo spesso lamentano l’inadeguatezza dei mezzi messi loro a disposizione.