L10

Statistiche

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RISULTATI INTERVISTE – 16 MARZO 2010

I dati statistici riportati sono relativi alle interviste realizzate dal 1 ottobre 2009 fino al 26 febbraio 2010. 69 politici intervistati: 50 dei quali sostengono Bresso, 11 Cota e 5 Bono.Ognuno ha espresso la sua opinione in merito alle 10 proposte. Questi i risultati più significativi partendo dal dato aggregato generale

BILANCIO FINALE DELLA PRIMA FASE

Capitolo 1: Piemonte amore mio

Se gli orchestrali a San Remo tirano gli  spartiti, vuol dire che  ancora una  speranza  c’è  in  questo  Paese.  La  speranza  di  non  abituarsi  al “meno peggio”, al “così fan tutti”, al “che te la prendi a fare”.
La speranza di riscattare quel valore  fondamentale per la politica che è la fiducia .
La  fiducia  che  nasce  dalla  coerenza  e  dalla  onestà  di  chi  ti  chiede  il voto.  La  fiducia  non  è  ingenuità,  ma  coscienza  di  pace,  disponibilità  al disarmo:  senza  fiducia non  c’è  democrazia, c’è  solo  la  guerra  di  tutti contro tutti. È  con  questo  sguardo  che  vogliamo  iniziare  il  bilancio  politico  di questa bella avventura che è stata “L10”: dieci proposte per il governo del Piemonte.
L’onestà del politico non si riduce alla sua fedina penale. Certo. Ma di questi tempi è un simbolo. E  su questo  simbolo  si esercitano nel  tiro alla  fune, da una  parte  chi vorrebbe dare un segnale chiaro e dall’altra chi  in nome delle garanzie costituzionali  e  della  prudenza  elettorale  preferisce  traccheggiare.  È capitato alla Bresso, riportata a più miti consigli dal suo stesso partito, nel  momento  in  cui,  per  prima  e  senza  giri  di  parole,  appoggiò  la richiesta  di  Libera  sui  candidati  “puliti”.  È  capitato  al  segretario regionale dell’UDC Goffi,  semplicemente  ignorato dal  suo partito, nel momento  in cui  esplicitò l’imbarazzo per un vicepresidente nazionale già condannato in primo grado per favoreggiamento (e oggi dimessosi, per  aver  ricevuto  in  appello  la  conferma  aggravata  di  quel comportamento filo mafioso). Ma è capitato anche dalla parte di Cota, la  cui volontà di avere  liste pulite, è  stata  stemperata dalla cautela del senatore Ghigo, che  intende  piuttosto affidare  alla volontà popolare il giudizio  politico  su  rinviati  e  condannati.  Un  tiro  alla  fune  che  si arricchisce più recentemente, da parte di Bresso, con l’accordo firmato tra  Regione  Piemonte  e  DIA per  il  controllo  dei  grandi  appalti  e  da parte di Cota con il giro di vite evocato dal Presidente del Consiglio in persona. Fu vera gloria”  o accorta  concessione ad un certo  sentimento diffuso?  Lo  diranno  il  tempo  e  la  continuità  nei  comportamenti:  noi siamo  quelli  cresciuti  con  le  parole  trovate  nel  diario  del  giudice Rosario Livatino, quello che Cossiga definì “ragazzino” e che  i mafiosi ammazzarono ad Agrigento  il 21 Settembre  del 1990: «Alla fine  non ci verrà chiesto se saremo stati credenti, ma credibili».
Credibilità,  che  vuol  dire  avere  il coraggio  delle  proprie  idee  e  saperle pagare almeno con la sconfitta  elettorale. Perché se invece l’unica “idea”, a  restare, fosse  quella  di  vincere  a  qualunque
costo,  allora  di  certo  avremmo  perso tutti.

Capitolo 2: Benvenuti in Piemonte!

Le magliette che  indosseremo per la XV Giornata della Memoria e dell’Impegno  il  20 Marzo a Milano sono state confezionate dai Rom organizzati in una cooperativa di lavoro che aderisce a Libera.
È  con  questo  sguardo  che  vogliamo  proseguire  il  bilancio politico  di  “L10”. Perché  le  risposte  raccolte  dai  due schieramenti  si sono divaricate senz’altro  sugli  ultimi 3 punti, quelli  legati  ai migranti: politiche sanitarie, ronde  e reato di  clandestinità. C’è  un bivio di  fronte  al quale  i due  schieramenti  che  si  confrontano per    il  governo  della Regione, prendono strade diverse:  la  funzione della legalità. Per lo schieramento del leghista On. Cota, pare che  la funzione della legalità  stia nel marcare in maniera perentoria  il confine tra  i “padroni di casa” e gli “altri”. Ma una legalità  così  intesa  diviene  trincea  per  la  salvaguardia  del  benessere  dei  primi,  mentre  diventa  incombente, intimidatoria minaccia per i secondi. Come se la società fosse legittimamente divisibile su due gradini: su quello più alto ci sta chi per razza,  lingua, religione, orientamento sessuale, capacità è “giusto”, mentre  sul gradino più basso ci  stanno gli  altri, quelli  sbagliati. Sbagliati  per  razza,  lingua,  religione,  orientamento  sessuale, capacità. Ma  noi siamo  quelli  che  credono  nella  Costituzione. Una  Costituzione  che  affida  le  “chiavi  di  casa”  a  chi  lavora. Una Costituzione  che  ordina  alla  Repubblica  di  rimuovere  gli  ostacoli  che  possono  generare  discriminazione.  Una Costituzione che “ripudia”  la guerra, che è sempre  figlia del pregiudizio con il quale qualcuno si sente  superiore a
qualcun altro, fino a  togliergli  la  vita. Una Costituzione che  fonda  il  principio di uguaglianza di  fronte alla  legge, perché riconosce  l’uguale dignità  di ogni essere umano. Noi siamo quelli  che combattono  le mafie  proprio perché nelle mafie  vedono  il  paradigma  di  un mondo  fatto  di  clan,  di  branchi, che  si  contendono  l’uno  contro  l’altro  lo spazio pubblico  e  con  ciò  la  soddisfazione  dei  propri  bisogni, a  discapito di  tutti  gli  altri. Noi  siamo quelli  che intendono  la  legalità  come  strumento  di  liberazione  dai  branchi,  dai  clan  e  dalle  clientele,  perché  veicolo  di affermazione  di  diritti  esigibili,  che  stanno  in  capo  ad  ogni  essere  umano  e  poi  ad  ogni  cittadino. Noi  staremo sempre  a  presidio di questo bivio e faremo ciò che  potremo affinché  la nostra regione non imbocchi questa  strada nefasta, ma continui a percepirsi all’interno di quella “famiglia umana” evocata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Conclusione: siamo quelli del “giorno prima”

In questi mesi di  lavoro abbiamo trovato una buona disponibilità al confronto e questo non può che caricarci della responsabilità di continuare ad essere interlocutori seri per tutta la politica piemontese, che all’unanimità approvò in Regione la legge 14 del 2007, istitutiva della Giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime delle mafie.
Per noi  di Libera  in Piemonte  “L10” è  un punto  di non  ritorno:  abbiamo  fatto  la “brutta”, ora  ci  impegneremo  a migliorare nei processi partecipativi e nella profondità di analisi, per fare la “bella”. È  il nostro atto d’amore per la politica  e  cioè  per  la  Repubblica.  È  il  nostro  modo  per  compiere  il  compito  educativo:  continueremo  a  fare memoria, a stare nella scuole, a trasformare i beni confiscati, ad accompagnare  i  familiari delle vittime e  le vittime della  violenza  mafiosa,  ma  tutto  questo,  d’ora  innanzi,  faremo  con  una  consapevolezza  e  una  forza  nuove.
Coraggio Piemonte!               
Davide Mattiello, Referente Libera Piemonte

LE STATISTICHE

Questi  i  risultati  più  significativi, partendo dal dato aggregato generale.

generale

torteEcco  invece  l’analisi  delle  risposte  dei  politici  che  sostengono  lo  stesso  candidato  alla  presidenza  della  Regione, relativamente ad alcune delle dieci  questioni  poste. I candidati del Movimento Cinque Stelle che sostengono Davide Bono alla presidenza, si sono dichiarati d’accordo con tutte le 10 proposte.
Il  punto  1  è  quello  relativo  alla selezione  dei  candidati,  per  il  quale Libera  chiede  di  non  candidare rinviati a giudizio per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione e di non allearsi  con partiti  che abbiano tali candidati.

Il  punto  6  è  quello  relativo  al  piano regionale  di  salvaguardia  dei  piccoli comuni,  con il quale Libera propone di premiare  i  Comuni  che  optano  per soluzioni consortili e di prevedere per  i
responsabili  degli  uffici  tecnici  una formazione adeguata.

Il  punto 8  è  quello  relativo al  reato  di clandestinità, per il quale Libera richiede  un  impegno  delle  forze politiche  ai  fini  dell’abrogazione  della normativa nazionale.

Il  punto 9  è quello relativo ai rifugiati e ai  richiedenti  asilo,  per  i  quali  Libera propone di  istituire un tavolo regionale di progettazione  per  l’accoglienza decentrata.

Il  punto 10  è quello relativo alle “ronde dei cittadini”, per le quali Libera  chiede alle  forze politiche  che ci si  impegni  a  non  finanziarle  e  dare maggiori strumenti alle forze dell’ordine.

In rosso i Sì, in giallo i NO, in verde NON RISPONDE


IL PERCORSO DI L10

L10, una piattaforma realizzata collettivamenteIn questi anni  l’impegno di coordinamenti, associazioni,  singoli  e  presidi  afferenti  a Libera  in  Piemonte  è  stato  costante  e radicato. Oggi le  associazioni aderenti sono più di 130, i presidi 30, i soci singoli oltre 1400. Nelle varie province il confronto, i progetti e le iniziative toccano i molteplici temi e impegni che Libera porta avanti dal 1995: i laboratori di educazione alla legalità democratica e alla sovranità, il riutilizzo sociale dei beni confiscati, l’approfondimento sulle infiltrazioni delle mafie nel nord d’Italia, la vicinanza ai testimoni di giustizia e ai familiari delle vittime, l’alleanza con i molteplici volti dei nostri territori: dai locali della notte agli apicultori.
Proprio nella coerenza col percorso fatto e nella volontà di rappresentare con sempre maggior forza le Politiche che per Libera sono fondamentali è nata l’idea di L10.
Le questioni
Nel  gennaio  2009  la  rete  ha  iniziato  a confrontarsi  sulle  questioni  che  avrebbe voluto  sottoporre  all’attenzione  della politica  del  nostro  territorio,  affinché  si esprimesse con precisione e pertinenza e si rappresentassero  pubblicamente  le opinione e gli impegni assunti.
La prima questione che è entrata doverosamente nella nostra riflessione è quella sulla scuola,  sia per l’attenzione alla sicurezza degli edifici sia nel bisogno di formazione permanente di insegnanti e
giovani. L’importante tema della sicurezza degli edifici scolastici è stata la giusta espressione del lavoro fatto  dal nostro presidio di Rivoli  all’interno del  “Coordinamento 22 novembre” .
La riflessione sulla formazione permanente è stata stimolata e approfondita dai presidi di insegnanti di  Cuneo e Asti.
Altra problematica che è emersa con forza è la trasparenza del ciclo dell’appalto pubblico, sviluppata e approfondita grazie al confronto, durato alcuni mesi, con amministratori pubblici, giuristi ed esperti del settore. Il tema dell’immigrazione è stato fortemente voluto e studiato dal presidio di Libera Biella che aveva iniziato un lavoro in rete con molte realtà del territorio, attraverso il confronto con assessori e associazioni impegnate su questo tema. Infine la questione che abbiamo scelto aprisse la piattaforma e che tanto ha fatto riflettere e confrontare la rete: la selezione del personale politico.
Il percorso
* Dal gennaio 2009 un intenso calendario ha caratterizzato la stesura della piattaforma:
* 24 gennaio 2009: incontro dei responsabili di Libera Piemonte in  cui viene deciso di entrare pubblicamente nel dibattito delle elezioni regionali,
* febbraio-aprile 2009: percorso di approfondimento di alcune tematiche,
* 23 maggio 2009: incontro dei responsabili di Libera Piemonte per confrontarsi sui temi e le richieste da esplicitare,
* giugno-luglio 2009: definizione delle questioni e del testo della piattaforma,
* 19 luglio 2009: presentazione alla rete di Libera Piemonte  della prima bozza della piattaforma,
* agosto-inizio settembre 2009: raccolta proposte di modifiche alla bozza della piattaforma,
* 5 settembre 2009: presentazione seconda bozza della piattaforma, da emendare e votare in assemblea,
* 6-20 settembre 2009: raccolta emendamenti,
* 21 settembre 2009: assemblea regionale Libera Piemonte. La bozza della piattaforma venne emendata, modificata e votata nella sua forma definitiva.
* 1 ottobre 2009: conferenze stampa di presentazione in tutto il Piemonte.
Le modalità
Nei  nove  mesi  di  gestazione  della piattaforma  varie  sono  state  le  modalità attraverso  le  quali  abbiamo  sostenuto  e alimentato  il  confronto,  per  dare  la possibilità  a  tutte  le  realtà  interessate  e
aderenti  a  Libera,  di  partecipare  alla riflessione e redazione:
a) riunioni con i responsabili di presidi e coordinamenti,
b) incontri di formazione e approfondimento con esperti,
c) uno spazio di aggiornamento durante i coordinamenti di Libera mensili,
d) uso degli strumenti informatici per la condivisione delle riflessione e delle bozze,
e) confronto personale con i responsabili impegnati sui vari punti.
Un’attenzione metodologica particolare è stata messa in atto per gestire l’assemblea regionale di Libera Piemonte del 21 settembre 2009 nella quale è stata votata la piattaforma.
Grazie alla collaborazione della responsabile dei presidio di Alba, futuro avvocato, abbiamo realizzato e approvato un protocollo che regolamentasse le procedure di votazione degli emendamenti e del testo della piattaforma. I 17 emendamenti pervenuti sono stati esplicitati dai redattori e votati.
Il testo, modificato sulla base degli emendamenti votati, è stato ripresentato. L’assemblea si è interrotta per alcuni minuti per dare la possibilità di redigere ulteriori emendamenti.
I nuovi emendamenti sono stati presentati, votati e il testo nuovamente modificato. Ogni paragrafo modificato dagli emendamenti è stato rivotato.
Ognuna delle quattro parte della piattaforma è stata votata.
Il testo definitivo finale è stato votato.
La piattaforma L10 è un documento scritto a tante mani e votato democraticamente.
I contributi sono arrivati da ogni provincia della nostra regione. Il percorso messo in atto per la realizzazione di L10, in alcuni momenti difficile, complesso e sicuramente perfettibile, è segno del bisogno e della volontà di costruire collettivamente le Politiche che vogliamo per il nostro territorio.
Verso le elezioni regionali 2010Da  ottobre  2009  L10  si  è  sviluppata  in tutte  le  province  attraverso  conferenze stampa,  interviste  al  personale  politico  e riversamento  delle  risposte  sulla piattaforma web, adesioni  di  associazioni, presentazioni  pubbliche,  articoli  sui giornali locali, cene della legalità. Tutte queste iniziative hanno dimostrato la forza, la volontà e la coesione della rete, con le naturali  differenze e  qualche asperità, nel portare avanti l’impegno che si è assunta. Dopo le elezioni regionali il  lavoro  riguardante  la  piattaforma  non finirà  con  le  elezioni  regionali  di  marzo 2010.Nei prossimi cinque anni di governo della regione Piemonte, presidente, assessori e consiglieri verranno costantemente richiamati agli impegni che si sono assunti sulla base delle dichiarazioni rilasciate, e da noi rese pubbliche, rispondendo alle dieci questioni di L10.

Maria Josè Fava
Responsabile Regionale per l’Organizzazione Territoriale

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